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domenica 23 maggio 2010

IL SOGNO DI GIANNI




Gianni aveva un sogno. Cavalcare sulle onde del mare insieme ad Ulisse, il delfino curioso del parco di Riccione. Nell’attesa che quel sogno si realizzasse, Gianni ha continuato a portare cioccolatini al cetaceo per oltre 15 anni, provocando all’animale un’obesità cronica. Ma questo non aveva importanza: loro erano amici, e presto avrebbero cavalcato per i mari del mondo. Ieri quel sogno si è spezzato per sempre: Gianni, ormai 56enne, calvo e grasso, si è recato dal suo inseparabile amico per l’ultima volta. La curiosità del delfino stavolta gli è costata cara: Ulisse, ridotto ad un tricheco diabetico, nello sporgersi oltre il bordo della piscina ha perso l’equilibrio scivolando sulla stagnola del cioccolatino, ed è finito addosso a Gianni, riducendolo ad un vegetale. I giornali hanno già variamente ribattezzato Ulisse come "il delfino mostruoso, riottoso, gottoso e vanaglorioso", senza interrogarsi sul dramma umano che per 15 anni ha isolato un ragazzo di periferia inducendolo ad indebitarsi fino al collo per comprare caramelle per il suo amico. Ora non resta che una foca monaca con l’ipertensione e un sogno infranto. Non va dimenticata, però, la tragedia che avvenne solo qualche anno fa in circostanze analoghe, e che costò la sedia a rotelle a Cesira, l’inseparabile amica di un cavallo goloso. Anche troppo goloso, visto che tranciò di netto i piedi della ragazzina, colpevole solo di avergli offerto, una volta tanto, del fieno. Che le due morti siano correlate? Che la morte di Gianni non sia stata un incidente? Forse la natura si sta ribellando al giogo dell’uomo? Nel dubbio, chiudete i vostri canarini in gabbia a doppia mandata.

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